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INDIETROTRABUCCO N°1AVANTI
IL TRABUCCO N°1
Fummo svegliati dal temporale quella notte di settembre, ci trovavamo in un agriturismo a Roccascalegna. Un minuscolo e grazioso paesino di fronte al massiccio della Maiella ed a pochi chilometri dal mare, in provincia di Chieti. Mentre i tuoni rombavano nel buio della notte tenendoci svegli, pensai che se al mattino il tempo lo avesse permesso, mi sarebbe piaciuto passare la giornata al mare. Sapevo che quel tratto di costa è disseminato di trabucchi, quelle meravigliose e strane costruzioni che sembrano debbano sfasciarsi da un momento all’altro ed invece da molti anni sfidano le mareggiate ed è bellissimo vedere quelle enormi reti calarsi nel mare per poi essere issate nella speranza di trovarci dei pesci. Abbiamo passato tutta la giornata nei pressi del trabucco, anche i pescatori hanno continuato ad alzare ed abbassare le reti. La spiaggia era disseminata di conchiglie a causa della mareggiata avvenuta durante la notte precedente, il mare odorava di salsedine, le onde che si infrangevano fra gli scogli e le innumerevoli gambe di legno del trabucco provocavano un fragore tale che ci isolò dal resto del mondo. Immersi in quella straordinaria atmosfera, dove il mare era il padrone assoluto della situazione, ci sentimmo come se fossimo stati suoi ospiti e noi dovevamo solo stare a guardare ciò che lui aveva deciso di regalarci….e quel giorno ci offrì veramente molto, ci cullò con i suoi colori mutanti, fra mille bagliori e spumeggianti onde, recitando il suo canto ora cupo di quando l’onda con violenza incontra lo scoglio…poi si frantuma alzando la bianca e spumeggiante cresta esibendosi in un canto brioso, effervescente, per poi spegnersi in un brontolio vivace quando l’onda nel suo canto finale rientra nel mare portandosi con se la ghiaia e la sabbia della riva. I pescatori se ne andarono prima di noi lasciandoci soli ad ammirare il mare ed il trabucco stagliarsi nel cielo che ora si era tinto di colori rosati annunciandoci il tramonto imminente.
Donghi Giuseppe